Quando un adulto si approccia al mondo dei bambini o degli adolescenti spesso cade in quelli che sono degli errori attribuzionali piu’ comuni e anche piu’ frequenti.
Questo tipo di errore deriva dalla convinzione piuttosto radicata, anche se spesso rimane implicita, che i bambini interpretino la realtà così
come la interpretiamo noi fin da molto piccoli.
Nel relazionarsi con i bambini quindi gli adulti partono dal presupposto che il bambino stia vivendo “la stessa situazione” e che gli stia “dando lo stesso valore e la stessa interpretazione” che gli stanno dando loro…
Ma spesso questo non è quello che accade…
Spesso, adulto e bambino, stanno interpretano le situazioni in modo diverso. Questo perché nonostante l’adulto non se ne renda conto
alcune nozioni che egli da per scontate non sono ancora “accessibili e disponibili” al bambino.
Proviamo a chiarire con un esempio…
Prendiamo ad esempio una banale situazione di vita quotidiana come bere da un bicchiere…
Un bambino di 12 mesi è in grado di capire la
differenza tra un bicchiere vuoto e un
bicchiere pieno?
E sarà quindi capace di scegliere di
conseguenza da quale bere?
In uno studio effettuato da Parisi (1992) dei bambini di circa 12 mesi sono stati messi di fronte a due bicchieri trasparenti: uno riempito di latte e l’altro vuoto. Lo studioso ha evidenziato come i bambini sceglievano casualmente il bicchiere da cui bere indipendentemente dal fatto che fosse pieno o vuoto.
Anche quando avevano scelto il bicchiere vuoto i bambini tentavano a lungo di bere, cominciando a lamentarsi solo dopo aver eseguito
numerosi tentativi!
Quindi anche in una circostanza quotidiana come bere da un bicchiere, la cui interpretazione può sembrare assolutamente banale e semplice agli occhi di un adulto, i bambini dimostrano di non aver accesso a informazioni sufficienti per interpretarla allo stesso modo di un adulto.
Seguendo questo esempio specifico i bambini arrivano a padroneggiare questo tipo di informazioni in tappe successive…
Si tratta solo di un esempio che dovrebbe portarci a riflettere sugli automatismi che utilizziamo per interpretare la realtà che ci circonda. Questi automatismi non sono innati e scontati ma vengono appresi gradualmente con il tempo, la maturazione e l’esperienza. Non possiamo quindi pensare di ritrovare tutte queste modalità di interpretazione nei bambini ma neppure negli adolescenti.