Che cos’è la psicologia
Fin dall’antichità, l’essere umano si è posto delle domande in relazione al
comportamento, questioni quindi di carattere psicologico. Esse sono state
affrontate per secoli dalla filosofia e dalle scienze della natura o biologiche.
Soltanto recentemente la psicologia è entrata però a far parte delle scienze
e ad occuparsi, in maniera rigorosa e scientifica, dello studio del
comportamento umano e dei processi mentali.
L’emancipazione dalla psicologia dalle altre scienze è stata possibile
quando essa ha iniziato ad occuparsi dell’unità mente e cervello e delle sue
relazioni con il comportamento dell’individuo, inserito in uno specifico
ambiente fisico e sociale.
Fu Wundt a utilizzare per primo il termine “psicologia”, per definire i propri interessi scientifici. Ma lo studioso tedesco non pensò a correlare questo termine con una definizione precisa. Il suo lavoro e quello degli psicologi che lo hanno seguito ha portato a dare sempre nuovi significati a questo termine che è arrivato ad assumere connotazioni differenti e multisfaccettate.
A che cosa si riferisce effettivamente il termine “psicologia? È chiaro a tutti che essa si occupa dello studio della mente, ma è lecito domandarsi anche su quali basi, con quali scopi e soprattutto grazie a quale impostazione metodologica. Nel presente capitolo ci si interroga dunque riguardo la scientificità della psicologia e si presentano i principali metodi di indagine utilizzati dagli psicologi nel loro lavoro di ricerca.
Per psicologia si intende, in senso generale, la scienza che indaga l’attività psichica e il comportamento umano per definirne le leggi. Tuttavia nel definire la psicologia si può fare riferimento a tre concezioni che storicamente si sono sovrapposte e contrapposte ma che oggi si possono ricondurre a una sostanziale unità.
In primo luogo essa può essere vista come la scienza che studia l’attività psichica degli esseri viventi, intendendosi per “attività psichica” la soggettività individuale, cioè l’insieme dei fenomeni che possono essere direttamente osservati soltanto da colui nel quale si determinano. Alternativamente la psicologia può essere intesa come la scienza che studia il comportamento degli esseri umani, intendendosi per “comportamento” le reazioni obiettivamente osservabili, cioè l’insieme dei fenomeni che possono essere osservati in altri individui e comprendono non soltanto gesti e parole, ma anche l’espressione delle reazioni interiori e l’interpretazione degli atti. Infine essa è la scienza che studia la personalità dei singoli, intendendosi per “personalità” l’individualità bio-psico-sociale nella quale può essere riconosciuto ogni vivente, cioè l’unità dinamica in cui si integrano i tre aspetti (biologico, psicologico e sociale) sotto i quali può essere esaminato ogni individuo. È anche importante sottolineare che la psicologia si propone essenzialmente come una scienza bipolare: biologica e sociale.
•La psicologia e il suo metodo
Come risulterà già chiaro da questa prima breve definizione, la psicologia, per quanto si proponga come una disciplina complessa e multisfaccettata, ha un oggetto di studio privilegiato: la mente. In quanto tale la mente era oggetto di studio dei filosofi, ben prima della nascita delle prime scuole psicologiche che si proponessero di elevare la psicologia al rango di una disciplina scientifica.
Volendo avvicinarsi al mondo della psicologia viene dunque spontaneo chiedersi quale sia la differenza tra l’attenzione al mentale propria della psicologia scientifica e quella delle correnti di pensiero precedenti. La diversità sta essenzialmente nella modalità di avvicinarsi allo studio della mente: fin dal suo inizio la psicologia scientifica ha affrontato in modo incisivo il problema della metodologia, in funzione dell’esigenza di definire un’impostazione che rispettasse le caratteristiche fondamentali delle metodologie scientifiche già riconosciute e nel contempo considerasse la peculiarità del suo oggetto di studio. Così la metodologia psicologica si è venuta configurando come una metodologia scientifica specifica, che si avvale dello sviluppo di specifiche concezioni teoriche e dei propri dati empirici.
Ma è comunque legittimo domandarsi: che cosa rende effettivamente scientifica la psicologia?
La psicologia vista come scienza che studia la mente attraverso l’osservazione e l’analisi del comportamento può essere definita in primo luogo come scienza empirica (le sue osservazioni sono dirette e non mediate) e obiettiva (le sue osservazioni non sono mai soggettive, ma devono sempre essere regolate da criteri rigorosi). Di conseguenza le regole che si pongono come guida alla ricerca psicologica sono precise e rigorose, tali da permettere di generalizzare i risultati ottenuti in una singola ricerca. Gli psicologi infatti tendono sempre a verificare ipotesi che potremmo definire “locali” per poi arrivare a formulare teorie che abbiano carattere più generale.
Questa possibilità di generalizzare, grazie al rigore metodologico, i risultati delle ricerche condotte in ambito psicologico, oltre alla possibilità di elaborare un modello sulla base del quale gli studiosi potranno produrre predizioni corrette relativamente a fenomeni analoghi a quelli indagati, è anche uno dei criteri di garanzia di scientificità del metodo psicologico.
Naturalmente una ricerca scientifica è composta da più momenti e da diversi altri fattori che contribuiscono alla sua completezza e alla sua validità scientifica. Proviamo ad andare ad analizzare come gli psicologi procedono concretamente nel loro lavoro.